Tecniche per l’analisi dei requisiti con l’utente

Giuseppe Toto
Forgiatore di materia virtuale
4 min readJul 29, 2013

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Quando progettiamo un sistema interattivo il primo passo da fare è un’analisi dettagliata dei requisiti. L’analisi dei requisiti non è una fase banale e richiede un certo sforzo nell’essere eseguita correttamente.

Per prima cosa bisogna individuare chi sono gli utenti che utilizzeranno il sistema. Sarà su questi utenti che la nostra analisi dovrà concentrarsi e non su chi ci ha commissionato il progetto. Spesso infatti l’errore comune è quello di confondere l’utilizzatore reale del sistema con il committente.

Esistono diverse tecniche che coinvolgono gli utenti nell’analisi dei requisiti. Analizziamo alcune:

INTERVISTE

L’intervista prevede una serie di domande da porre all’intervistato e permettono di fare una prima analisi dei bisogni e dei problemi del nostro utente. Permette quindi di esplorare il dominio applicativo su cui andremo a lavorare. In genere durante un’intervista ci si fa aiutare da un osservatore che si occupa di trascrivere le risposte e di suggerirci, in caso di difficoltà, la prossima domanda da porre. Il vantaggio di un’intervista è la possibilità di poter far nascere interessanti discussioni rilevanti su certi aspetti del dominio. Potrebbe però succedere che la discussione di concentri su aspetti poco rilevanti, sarà quindi compito dell’intervistatore cercare di indirizzare nuovamente la discussione sugli aspetti focali. Un’intervista inoltre richiede un certo sforzo sia in fase di esecuzione che in fase di analisi poichè i dati raccolti sono di tipo qualitativo e vanno perciò analizzate le varie trascrizioni per poi essere codificati.

Quando si effettua un’intervista è consigliabile effettuarla in un’ambiente poco rumoroso cercando di mettere a proprio agio l’intervistato affinché non si senta in soggezione.

Esistono diverse tipologie di interviste:

  • STRUTTURATA
  • La sequenza delle domande da porre viene definita prima che l’intervista venga eseguita. Questa modalità viene utilizzata quando l’obiettivo che si vuole raggiungere è chiaro fin da subito. Ad esempio nel caso vogliamo confrontare due sistemi competitor oppure quando vogliamo valutare i pro e i contro di un sistema già esistente al fine di valutare un’eventuale attività di redesign.
  • FLESSIBILE
  • Si utilizza quando si ha un argomento conduttore su cui tenere l’intervista ma non si hanno definito la sequenze delle domande da porre. E’ utile quando si vuole esplorare il dominio e conoscere le necessità/problematiche dell’utente.
  • SEMI-STRUTTURATA
  • E’ un ibrido delle due modalità appena viste. Le domande vengono definite prima che l’intervista avvenga ma l’ordine non è specificato. Le domande vengono infatti poste sulla base delle risposte alle domande precedenti. Inoltre durante l’intervista possono nascere nuove domande perché ad esempio si vuole un maggiore chiarimento su un certo aspetto o su un dubbio che è risaltato durante l’intervista.

FOCUS GROUP

E’ una intervista che coinvolge 2 o più persone. E’ utile al fine di far nascere confronti/discussioni tra i membri del gruppo sulle domande che vengono poste. L’intervistatore deve essere bravo anche a saper coinvolgere e stimolare anche le persone più introverse e riservate che tendono in genere a chiudersi e a non partecipare attivamente alla discussione. Il vantaggio dei focus permette quindi coinvolgere più persone in poco tempo ma sono più difficili da organizzare e moderare.

QUESTIONARI

I questionari sono una sequenza di domande a risposta chiusa e/o aperta trascritte su un modulo che viene consegnato ai partecipanti. Il questionario è molto utile quando si vuole cercare di coinvolgere un grosso numeri di utenti in poco tempo e con poche risorse(p.e. Questionario On-line). A differenze delle interviste, in cui se una domanda è poco chiara può essere riformulata, è importante progettare con accuratezza le domande poste nei questionari affinché siano ben comprensibili. E’ infatti consigliabile effettuare un TEST PILOTA prima di diffondere il questionario. I questionari sono poco costosi anche perché non è necessaria una figura esperta nell’ambito HCI che si occupi di distribuire e raccogliere i questionari. L’importante è di accertarsi che l’utente abbia risposto a tutte le domande prima di consegnare il modulo. In caso di questionari molti lunghi è consigliabile incentivare l’utente ad esempio con dei buoni omaggi. Un’altro vantaggio dei questionari è che in genere in caso di domande a risposta chiusa permettono di raccogliere dati di tipo quantitativo che quindi permettono di facilitare la loro codifica. I questionari sono però utili in genere quando l’obiettivo che si vuole raggiungere è abbastanza chiaro e non permette inoltre di avere un confronto o di chiarire alcuni aspetti con l’utente che può invece avvenire con un’intervista.

STUDI SUL CAMPO: Contextual Inquiry (inchiesta contestuale)

L’analisi dei requisiti viene effettuata sul campo. L’obiettivo dell’osservatore è di analizzare il contesto lavorativo in cui è immerso l’utente per farsi quindi un’idea sui problemi, sui bisogni e sulle condizioni in cui l’utente lavora. E’ infatti utile che l’osservatore osservi con i suoi occhi i vari aspetti che eventualmente sono stati descritti precedente dall’utente e che potrebbe aver sopravvalutato/sottovalutato. L’osservatore dovrà in sostanza comportarsi come se fosse un’apprendista e l’utente come se fosse il suo maestro affinché l’osservatore si possa emergere completamente nel contesto dell’utente.

La Contextual Inquiry, tradotto letteralmente inchiesta contestuale, si basa su 4 principi:

  • Contesto
  • Enfatizza l’importanza di recarsi sul campo e vedere cosa succede.
  • Partnership
  • Tra l’osservatore e l’utente deve nascere una forte collaborazione affinché si garantisce una buona comprensione del lavoro.
  • Interpretazione
  • Tutto ciò viene osservato prima di essere analizzato nel processo di progettazione deve essere interpretato correttamente attraverso l’aiuto dell’utente.
  • Focus
  • Non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo. Per tanto bisogna far attenzione a non analizzare aspetti poco rilevanti.

In genere gli studi sul campo permettono di evidenziare problemi e aspetti reali che in una normale intervista/questionario o eventuali tecniche eseguite in laboratorio non avrebbero permesso mai di emergere. Gli studi sul campo sono in genere i più i costosi poichè richiedono molto tempo sia nell’analizzare i dati che sono di tipo qualitativo e sia nell’eseguirlo. Le attività si sovrappongono fra loro e possono essere disturbate da eventi esterni (l’arrivo di un cliente, la chiacchiera con il collega, il telefono che squilla e così via). Uno studio eseguito in laboratorio invece permette di manipolare il contesto per evidenziare aspetti che succedono di raro e che meglio si vogliono osservare e permette di eseguire le attività senza disturbi esterni. Dall’altra canto l’utente in laboratorio si può sentire osservato e questo può metterlo in soggezione fino ad alternare il suo comportamento e le sue performance.

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